Nel mondo odierno la comprensione e l’applicazione del colore è essenziale. Ma da dove proviene la nostra comprensione moderna del colore?
Incontriamo il primo dei due personaggi storici che ci accompagneranno, attraverso due articoli, in questa spiegazione.
Albert Henry Munsell nacque a Boston, nel Massachussets, nel lontano 1858. Era un artista e insegnò presso quello che oggi è il Massachusetts College of Art and Design. Divenne famoso quando, nei primi anni del ‘900, con la pubblicazione dell’opera “A color notation”, espose la propria teoria del colore, nel tentativo di unificare anni di dissertazioni scientifiche e artistiche.
Indagine e creazione dello schema
L’opera di Munsell è stata più empirica che analitica, ma il suo modello del colore è rimasto alla base di tutti i sistemi numerici di mappatura del colore.
La necessità di schedare i colori nacque quando, di giorno Munsell dipingeva all’aperto e la sera rientrava nel suo studio continuando a dedicarsi al lavoro alla luce delle lampade. Il giorno dopo usciva per proseguire il dipinto, ma ben presto, si accorse che i colori dipinti la sera non corrispondevano a quelli dipinti durante il giorno.
Si accorse che serviva un metodo per ordinare e descrivere i colori in modo da continuare a dipingere la sera ottenendo i colori giusti: ideò uno spazio tridimensionale nel quale i cambiamenti di tonalità venivano ordinati attorno ad una circonferenza.
Vediamo brevemente quali sono gli attributi del colore.
Tonalità – Hue
La tonalità o tinta, in inglese Hue, identifica la famiglia del colore, ad esempio la famiglia dei verdi, dei gialli e così via. La tonalità è ciò che intendiamo quando pensiamo al colore. Rosso sangue, rosso mela candita, rosso estintore, rosso granaio, rosso rubino, rosso brillante, sono tutti colori differenti, ma appartenenti alla stessa famiglia, quella dei rossi.
La tonalità è l’attributo di un colore tramite il quale distinguiamo il rosso dal verde, il blu dal giallo.
Munsell scelse di organizzare la tonalità dei colori disponendoli su di una circonferenza, tenendo conto delle tenui differenze man mano che un colore sfumava in un altro.
Saturazione – chroma
La saturazione, chroma come la definì Munsell, è quanto un colore risulta distante da un bianco della medesima intensità. O ancora, potremmo dire in che grado esso viene miscelato con il suo complementare. Quindi un colore saturo, brillante, non è stato miscelato, o minimamente, con il suo corrispondente complementare, mentre un colore più grigiastro deve essere stato mescolato con quantità maggiori di complementare. Per capire meglio questo concetto si può anche procedere con un piccolo esperimento: partendo da un pigmento acrilico grigio, si aggiunge gradualmente del rosso. Vedrete che il colore diverrà sempre più vivido e la saturazione aumenterà.
Nel sistema di colore di Munsell il grigio neutro presenta un livello di saturazione a 0, laddove per esempio la Terra di Siena bruciata presenta un valore di saturazione a 4, mentre il rosso cadmio raggiunge il 14.
Luminosità – value
Infine, la luminosità detta anche brillanza, o value, riguarda la quantità di energia luminosa irradiata dalla sorgente. Può essere intesa come il grado di diluizione del colore con il bianco: in tal senso ogni colore si percepisce sempre una “componente” cromatica e una “componente” acromatica. Il rapporto tra tali due componenti ne definisce la saturazione. La saturazione si esprime quindi mediante la percentuale di tinta rispetto al bianco e varia da valori prossimi allo 0% per i colori pallidissimi fino al 100%.
Essa è quindi una caratteristica che non contiene informazioni sul colore ma solo sull’intensità dell’onda elettromagnetica. Poiché tuttavia la sensibilità dell’occhio varia con la frequenza, la luminosità può dar luogo all’impressione di un colore poco luminoso, cupo o brillante.
Questa proprietà, per cui un colore sembra deciso e intenso all’occhio, è l’attributo che per Munsell rappresentava una terza direzione verso cui può dirigersi un colore.
Per questo, l’albero di Munsell e il suo manuale del colore furono i primi strumenti in assoluto che permettevano ad un artista o un cliente di specificare il colore per mezzo di un codice e di ottenere quasi esattamente quanto richiesto. Ed ancora oggi, usiamo lo stesso concetto.
Pur non essendo l’unico sistema di specificazione del colore è il più diffuso e, in virtù di questo, quello indicato dall’Ente nazionale italiano di unificazione (Uni) per l’identificazione e la codificazione dei colori nell’ambiente costruito in Italia: insomma una garanzia quando si necessita di registrare o comunicare ad altri un colore specifico.